
Quali sono le condizioni dei lavoratori con DSA in Italia? I risultati del tavolo advocacy di AID
Quali sono oggi le condizioni di circa un milione e duecentomila lavoratori con DSA in Italia? Quali leggi li tutelano?
Di questo si è occupato il Tavolo Advocacy costituito nell’ambito del Progetto “DSA: lavoro, Orientamento, Tutela, Ricerca”, con lo scopo di avere un quadro delle norme legislative in ambito nazionale e regionale e di ipotizzare strategie e proposte per migliorare l’inserimento e lo sviluppo professionale delle persone con DSA.
Il tavolo ha concluso i propri lavori sottolineando l’urgenza di una normativa nazionale che dia diritti certi a questi lavoratori, normativa oggi ben rappresentata nella proposta di legge 712, che vede come prima firmataria la vicepresidente del Senato Anna Rossomando.
I membri del tavolo Advocacy
Il tavolo Advocacy è stato costituito con membri esperti sulla tematica:
- Enrico Ghidoni, neurologo, genitore, impegnato in attività cliniche e di ricerca sui DSA in età adulta;
- Antonella Trentin, giornalista e genitore; vicepresidente Associazione Italiana Dislessia;
- Enzo Cavagnoli, dislessico adulto;
- Francesco Madeddu, educatore professionale, dislessico adulto;
- Sibilla Ingardi, Direttore Associazione Italiana Dislessia;
- Ranieri Romani, avvocato, specialista in Diritto del Lavoro
Le attività
Il tavolo Advocacy ha svolto 6 incontri nel corso del 2021, tutti in modalità online a causa della situazione pandemica. Nel corso di tali incontri sono state svolte le seguenti attività:
- Raccolta e analisi delle Leggi Regionali sul tema dei DSA, in particolare in riferimento al mondo del lavoro;
- Raccolta di informazioni riguardo alla situazione legislativa in Europa;
- Progettazione e realizzazione di attività di indagine per conoscere meglio la realtà dei lavoratori con DSA in Italia;
- Formulazione di ipotesi e proposte per affrontare meglio la problematica emersa.
I risultati
La raccolta e l’analisi delle leggi regionali e della normativa nazionale ha evidenziato una situazione complessa e insufficiente con condizioni eterogenee nelle diverse regioni per quanto riguarda l’utilizzo di misure di supporto durante i concorsi pubblici, e la completa assenza di forme di tutela o di norme anti-discriminazione per le persone con DSA nel lavoro.
Il confronto con la situazione legislativa in Europa ha permesso di evidenziare analogie e differenze; in molti Paesi dislessia e DSA sono considerati come disabilità e quindi usufruiscono di misure di supporto e di tutela analoghe alle condizioni di disabilità.
Per avere un quadro più preciso della reale situazione italiana delle persone con DSA sul lavoro, il tavolo Advocacy ha promosso una indagine online a cui hanno partecipato circa 500 persone, lavoratori o candidati in cerca di occupazione.
Un terzo dei partecipanti erano soci AID, 2/3 non soci. Il 35% erano disoccupati o in cerca di lavoro. Gli occupati operano in tutti i settori di attività, con le mansioni più diverse. Molti hanno cambiato più volte lavoro (45%), ma altri non hanno mai cambiato (35%). Alla base del cambiamento ci sono motivazioni molto diverse, ma quelle personali sono prevalenti (ricerca di condizioni migliori di lavoro, insoddisfazione, difficoltà nel lavoro, e la stessa condizione di DSA).
Benché molti dei partecipanti dichiarino di aver utilizzato vari strumenti compensativi durante il percorso scolastico, il loro utilizzo sul lavoro è molto meno frequente, ed è pressoché assente durante le procedure di selezione e reclutamento. La metà degli intervistati (48%) non ha mai parlato della propria condizione di DSA sul posto di lavoro; quelli che lo hanno fatto, hanno parlato prevalentemente con colleghi, più raramente con i superiori o il datore di lavoro. Il 50% ritiene dannoso parlarne, e il 22% poco utile. Oltre il 70% incontra tuttora difficoltà nel proprio lavoro imputabili al DSA. Quasi il 70% dei partecipanti ha riferito di aver ricevuto rimproveri per errori imputabili al DSA, e il 37% ha avuto anche danni a livello di retribuzione, carriera, mansioni, e il 12% riferisce di essere stato licenziato per questo.
Tra i possibili suggerimenti per fornire pari opportunità alle persone con DSA, la maggior parte degli intervistati indica numerose opzioni, evidenziando la necessità di agire a più livelli. Ai primi posti, la sensibilizzazione delle aziende, l’estensione della legge 170 ai concorsi pubblici. Per quel che riguarda le imprese private, si suggerisce di fornire servizi di orientamento e consulenza per la ricerca del lavoro, strumenti e adattamenti durante tutta la vita professionale, incentivi alle aziende per sostenere l’accesso al lavoro delle persone con DSA, assicurare esperienze di stage e tirocini, prevedere la presenza di un referente per DSA in azienda, etc.
Infine, tra i punti di forza che i lavoratori con DSA ritengono importanti per sviluppare le proprie potenzialità nel lavoro ci sono la creatività, la capacità di ascolto, la resilienza e l’intuizione.
I risultati del tavolo Advocacy sono stati raccolti e approfonditi in un report finale consultabile cliccando sul tasto sottostante.