Video intervista con consigli su come gestire al meglio la didattica e l'apprendimento a distanza
Didattica a distanza: i consigli di un dirigente scolastico, un docente e un genitore

Ormai la Didattica a Distanza è entrata nel quotidiano della vita scolastica, ponendo sfide differenti ai vari soggetti coinvolti: i dirigenti scolastici, per gli aspetti organizzativi e di coordinamento, i docenti, per l'attività formativa, gli studenti, ed indirettamente le loro famiglie, per l'apprendimento.
Ma come gestire al meglio la didattica a distanza, per garantire il successo formativo di tutti gli studenti, mantenendo un rapporto costruttivo fra scuola e famiglia?
Per scoprirlo abbiamo posto alcune domande a varie figure toccate da questa modalità di insegnamento
Guarda la video-intervista
Andrea Marchetti - dirigente scolastico - ANP
- Il ruolo del Dirigente scolastico nell’organizzazione della Didattica a Distanza (DAD) per gli studenti con DSA. Quali sono le procedure da mettere in atto con i consigli di classe?
- Come verificare il rispetto del PDP nella didattica a distanza?
- Metodologia di insegnamento e valutazione. Cosa è cambiato con la DAD?
Milena Catucci - docente, referente DSA, formatrice scuola AID
- Come influisce la didattica a distanza sui ragazzi con DSA? Ovvero: quali gli aspetti di criticità e quali invece i punti di forza?
- Cosa dovrebbe tener presente un insegnante per rendere efficaci i propri interventi a distanza?
- Verifiche e valutazione: cosa cambia con la didattica a distanza? Come dovrebbe regolarsi un insegnante nei confronti dei propri alunni con DSA?
Antonella Trentin - genitore, vice-presidente nazionale AID
- In che modo un genitore può aiutare il figlio nei compiti a casa e nelle attività scolastiche (compresa la didattica a distanza) in questo momento così delicato?
- Cosa fare se il ragazzo-bambino con Dsa non riesce a seguire i ritmi dei compiti e della lezione? Come comportarsi se il Pdp non viene rispettato?
- Come possiamo sostenere i nostri figli in questo periodo di clausura forzata con altre attività che non siano strettamente lo studio?