Una sola norma per tutelare le persone con DSA nell’arco della vita. Presentata una proposta di legge quadro per dare diritti certi a scuola, nell’università, nel mondo del lavoro
Una nuova norma “cornice” che racchiuda al suo interno tutte le leggi attuali a tutela dei tre milioni di persone con DSA, da quando muovono i primi passi nel mondo della scuola, all’università, ai luoghi di lavoro dei settori pubblico e privato.
È questo il senso della proposta di legge pubblicato in questi giorni sul sito di Palazzo Madama, a firma della vicepresidente del Senato Anna Rossomando, già autrice dell’emendamento approvato all’interno della legge 25 nel marzo 2022 che ha dato per la prima volta diritti elementari ai dipendenti con DSA nelle imprese private.
Si tratta di una cosiddetta “legge quadro” che contiene al suo interno la legge 170 sulla scuola, la legge 113 sui concorsi pubblici e appunto la legge 25. L’obbiettivo è quello di evitare ogni forma di discriminazione delle persone con DSA nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nelle formazioni sociali ove si svolge la personalità dell’individuo, oltre a garantire l’accesso delle persone con DSA in ogni ambito lavorativo.
I riferimenti normativi
I riferimenti normativi restano sostanzialmente gli stessi con alcune modifiche importanti ma che non stravolgono quanto già stabilito dalle norme in essere. Il criterio di fondo, condiviso appieno da AID, è che gli strumenti compensativi, le misure dispensative e gli accomodamenti ragionevoli (sul lavoro) debbano riguardare TUTTI i momenti di formazione e valutazione delle persone con DSA sui banchi di scuola, dell’Alta formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM), delle scuole e accademie militari e del Centro di Formazione della Difesa, nei corsi professionali delle regioni, negli esami e nei test di ingresso all’università, negli esami degli Ordini professionali, nei colloqui di selezione lavorativa, nell’attività lavorativa di tutti i giorni. Nonché tutte le altre forme di valutazione riguardanti l’ambito sociale, quali gli esami di teoria per la patente di guida e situazioni similari.
Questi strumenti dovranno essere accordati in base a quanto scritto nel profilo funzionale dell’individuo all’interno della certificazione diagnostica, non in base alla gravità del disturbo, come prevede ad esempio la legge sui concorsi pubblici attuale. Anche un DSA lieve, infatti, soprattutto se non compensato, può creare difficoltà significative nei momenti di apprendimento e di valutazione.
Un’altra novità importante della proposta di legge riguarda l’istituzione di un Osservatorio nazionale sull’applicazione della legge nel mondo della scuola, strumento utile per il ministero dell’Istruzione nell’ottica di realizzare interventi correttivi che rendano più efficace l’applicazione della norma e migliorino eventualmente la legge stessa. L’altra importante novità riguarda il fondo per la formazione, pari a 3 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2026, che per la prima volta interesserà non solo gli insegnanti di scuola di ogni ordine e grado, ma anche i docenti universitari e i responsabili delle risorse umane delle aziende.
Le dichiarazioni della Vicepresidente del Senato
“Il nostro scopo con questa proposta di legge quadro” - dice la vicepresidente del Senato, Anna Rossomando - “è non solo quello di migliorare la situazione nelle scuole, specialmente nelle superiori, grazie alla promozione di strategie metodologiche/didattiche che tengano conto dei recenti risultati delle neuroscienze, ma anche quello di valorizzare le potenzialità delle persone con DSA in tutto l’arco della vita e di facilitare il loro inserimento nel contesto lavorativo e sociale. In particolare, riteniamo indispensabile che le norme della 170 siano applicate anche nell’università, negli esami e nei test d’ingresso”.
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