Di seguito troverai le risposte ad alcune delle domande frequenti fatte da altri genitori come te. Ti ricordiamo che se hai bisogno di ulteriori chiarimenti potrai sempre contattarci!
Cosa fare con la scuola in caso di diagnosi di DSA (Disturbo Specifico dell'Apprendimento)?
Dovrete consegnare subito la diagnosi alla scuola (sia che sia stata rilasciata da un privato che dalla Asl), farla protocollare e richiedere il PDP. Controllate che la diagnosi rispetti criteri adeguati. Per risultare utile alla scuola e alla famiglia, infatti, il documento dovrà contenere l’esatta dicitura dei disturbi caratterizzanti l’apprendimento del ragazzo o della ragazza (dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia), i punteggi ottenuti ai test, gli strumenti compensativi e le misure dispensative di cui ha bisogno per essere messo o messa nelle medesime condizioni di apprendimento dei compagni e delle compagne. Tra gli esempi di strumenti compensativi ci sono il computer con la sintesi vocale, la calcolatrice, le mappe concettuali o mentali, la tabella delle formule, i dizionari digitali,il registratore etc.Tra le misure dispensative potrà essere indicato un minore carico di compiti a casa, la concessione di tempi aggiuntivi per l’esecuzione delle verifiche scritte (o, in alternativa e comunque nell’ambito degli obiettivi disciplinari, verifiche con minori richieste), la dispensa dalla lettura a voce alta, la limitazione dell’apprendimento esclusivamente mnemonico.
Cos’è il PDP?
È il Piano Didattico Personalizzato, previsto dalla legge 170/2010 e nel decreto attuativo 5669/2011. Serve a garantire il diritto allo studio di alunni e studenti con DSA.Il PDP è un "contratto condiviso" fra docenti, istituzione scolastiche, istituzioni socio-sanitarie e famiglia utile a individuare e organizzare un percorso personalizzato. All'interno del PDP devono essere definiti tutti i supporti e gli accorgimenti necessari a realizzare il successo scolastico degli alunni e delle alunne con DSA. Si tratta, quindi, di un progetto educativo e didattico personalizzato, cioè di un intervento commisurato alle potenzialità dell’alunno e dell’alunna che rispetti i suoi tempi di apprendimento e ne valuti i progressi rispetto alle abilità di partenza.
Deve essere redatto dal Consiglio di Classe entro la fine del primo trimestre, coinvolgendo la famiglia e, se possibile, il tecnico che ha rilasciato la diagnosi. Deve contenere indicazioni sugli strumenti con cui si intende sostenere lo studente e la studentessa nel percorso di studio (comprese le misure dispensative e gli strumenti compensativi).
La valutazione periodica, in corso d’anno, e quella finale, in sede d’esame, deve essere coerente con gli interventi pedagogico-didattici previsti nel PDP. È preferibile che la famiglia richieda la stesura del Piano Didattico Personalizzato con una lettera, da consegnare assieme alla diagnosi.
Cosa fare se la scuola rifiuta di compilare il PDP o se la prassi quotidiana non rispetta quanto è stato stabilito?
Fate presente al Dirigente Scolastico (garante del diritto allo studio nell’istituto di appartenenza), al Coordinatore di classe ed al Referente per la dislessia della scuola (qualora sia presente) che la scuola sta violando la legge e che vi vedrete costretti a rivolgervi all’Ufficio Scolastico Regionale. Eventualmente si possono intraprendere anche le vie legali.Se dopo l’incontro con il Dirigente non ci saranno modifiche di comportamento, consigliamo di rivolgersi al servizio legale dell’AID per una consulenza. Potete inoltre rivolgervi all’Ufficio Integrazione/Sostegno alla Persona dell’Ufficio Scolastico Provinciale e/o all’Ufficio Scolastico Regionale, facendo presente la violazione dei diritti del ragazzo o della ragazza.
Che rapporti avere con i professori?
È sempre opportuno avere un atteggiamento collaborativo e presentarsi frequentemente ai colloqui. Le linee guida del Decreto Attuativo 5669/2011 della legge 170/2010 prevedono incontri a cadenza mensile o bimestrale. Dimostrate ai professori e alle professoresse che tenete molto all’andamento scolastico di vostro figlio o di vostra figlia e che c’è il vostro supporto nel lavoro a casa.Accettate tutti i suggerimenti offerti e cercate a vostra volta di spiegare sempre meglio quali sono le principali difficoltà di vostro figlio o di vostra figlia.