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I suggerimenti di AID su come esprimersi in maniera serena ed efficace

Esame di Stato 2022: alcuni consigli per la prova orale

24 Gennaio, 2023

La maturità 2022 è alle porte: mercoledì 22 giugno avranno inizio gli scritti dell'Esame di Stato del secondo ciclo di istruzione. 

Come associazione vogliamo fare un grande in bocca al lupo a tutti gli studenti e le studentesse che si stanno preparando alle prove e in particolare agli studenti e alle studentesse con disturbi specifici dell'apprendimento: vi siamo vicini!

Nell'augurare a ognuno di loro di affrontare il più serenamente possibile questo importante momento della propria vita, vogliamo condividere alcuni suggerimenti su come gestire in maniera efficace la prova orale, seguendo alcuni semplici consigli.

1. Senza fretta: possiamo attendere

Niente fretta. Aspettiamo. Diamo importanza all’incipit del nostro discorso. Non dobbiamo iniziare a parlare se l’uditorio è distratto. Ma come facciamo a catturare l’attenzione? In questi casi, la tecnica migliore è parlare con il corpo. Guardiamo uno a uno tutti i componenti della commissione ed attendiamo. Gradualmente si accorgeranno di noi: allora potremo iniziare.

2. No alla mestizia!

Ci sono persone che quando parlano hanno un aspetto malinconico, altri annoiato. I primi non mostrano alcun entusiasmo per la materia che stanno affrontando e i secondi sembra che stiano lì per fare una cortesia al pubblico. È importante, invece, comunicare all’uditorio che quello che stiamo dicendo ci sta a cuore, ci appassiona. Perché chi prova passione, e lo dimostra, comunica passione. Quindi, parliamo a testa alta!

3. Niente pendolo

È banale ma importante. Se parliamo in piedi, dobbiamo fare attenzione a non ondeggiare, appoggiando il peso del corpo prima su un piede, poi sull’altro, producendo un ipnotico “effetto pendolo”. È preferibile fare brevi incursioni, muovendo pochi passi in avanti, a destra e a sinistra, tornando però sempre nel punto centrale.

4. No alla mitragliatrice

Un oratore poco esperto è spesso frettoloso. Parla a raffica, mitraglia il pubblico con scariche di parole. La fretta è nemica della comprensione. Se l’oratore è troppo veloce rischia di mangiarsi le parole. La conseguenza è che il pubblico perde il filo e l'attenzione degli interlocutori cala.

5. Viva l'emozione!

Chi dice che è sbagliato mostrare un po’ della propria emotività, non capisce niente di comunicazione. "Si vedeva che eri emozionato": è la battuta con la quale, prima poi, qualcuno cercherà di stroncare la nostra carriera di oratori. Non dategli retta. Le emozioni tradite ci fanno apparire autentici e simpatici. Insomma vivi.

6. Sì agli occhi

Ricordiamoci di possedere un paio di occhi, uno strumento potentissimo di comunicazione. Guardiamo negli occhi i componenti dell’uditorio. Cerchiamo di rivolgere loro lo sguardo. Guardiamo al centro, a sinistra e a destra.

7. Non rivolgiamoci a un solo interlocutore

Tutti gli oratori tendono a scegliere una persona nell’uditorio e parlano guardando solo lei, escludendo gli altri presenti. Di solito la “faccia amica” prescelta è quella che fa sì con la testa. Non fidiamoci, è possibile che stia pensando a tutt’altro. L’uditore con la testa snodabile non è necessariamente d’accordo con quello che stiamo dicendo e non è detto che sia il più interessato. Parliamo a tutti, anche a quelli che ci sembrano indifferenti. Il comunicatore include, non esclude.

8. Sì al gesticolare

Noi italiani abbiamo il complesso del gesticolatore. Siamo convinti che agitare le braccia e le mani mentre parliamo sia un fatto deplorevole. Non lo è. Gesticolare aiuta a dare più forza a quanto si sta dicendo. Di solito, quando prepariamo un discorso ci preoccupiamo solo di quello che dobbiamo dire, dimenticandoci che abbiamo un corpo. Usiamolo.

9. Sì alle prove

Provare, provare provare. Davanti allo specchio o con qualche amico-martire che faccia da cavia, provare più volte il nostro discorso è fondamentale. Non scoraggiamoci, però, le prove sono quasi sempre disastrose.

Nella prestazione davanti al pubblico vero tireremo fuori una verve che nelle prove non supponevamo nemmeno di avere. E se le cose non vanno come le avevamo immaginate? Capita, è la vita. Aver provato tante volte aiuta a sembrare spontanei e ad affrontare l’inaspettato con maggiore naturalezza. La spontaneità è spesso un punto di arrivo, non un punto di partenza.

10. Power point? Sì, ma nel modo giusto!

Il power point aiuta di più chi parla piuttosto che chi ascolta. Quindi se le slide ci danno sicurezza, vada per le slide. A patto che siano slide, non pagine nelle quali abbiamo “tagliato-e-incollato” pezzi di relazioni. La diapositiva deve essere composta da un’immagine e poco testo: una frase, due massimo. Non dobbiamo leggerle, ma usarle esclusivamente come promemoria, come scaletta del nostro dire, allo stesso modo di mappe, formulari, schemi.

11. Mai leggere per intero un discorso scritto

Evitiamo di leggere per intero un discorso scritto su un foglio. Solo pochissimi oratori sono in grado di leggere e, allo stesso tempo, di instaurare un rapporto di comunicazione con il pubblico. La maggior parte risulta noioso e distante. Un vero peccato se i contenuti sono interessanti. 

Queste indicazioni, a cura di Paolino Gianturco, dirigente scolastico e membro del consiglio direttivo AID, sono ispirate all'articolo "Gesti, sguardi insicurezze che aiutano. Ecco il manuale del parlare in pubblico" di Andrea Granelli e Flavia Trupia, Associazione Per la retorica, pubblicato su "Il Corriere della Sera".

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